Storia delle Terme di Suio

Terme romane a Castelforte  

Gli scavi di epoca romana

La zona di Suio Bagni era ben riconosciuta dai Romani, tant'è che nella zona sono stati ritrovati resti di terme romane.
Gli scavi, risalenti a 1877, sono stati coordinati dall'ingegnere L. Fulvio della Sovrintendenza delle Arti di Caserta e descritti minuziosamente dal Prof. Q. Giulio Giglioli nel 1911 in un articolo dal titolo "Note di Archeologia-Acque Vescine di cui sono riportati alcuni stralci nei paragrafi seguenti.
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Le origini delle terme

Alle Terme di Suio soggiornò il filosofo Plotino per curarsi degli acciacchi riportandone benefici effetti il quale, attratto dalla prodigiosità delle acque e dalla bellezza del luogo, chiese all'Imperatore Gallieno perché vi edificasse l'antica città di Vescia col Platonopolis. 

Nicola Caetani, duca di Traetto cedette parte delle terre della cosidetta "Balnea" nei pressi di Suio, al procuratore dell'ordine di F. Antonio frate Paolo di Giovanni di Pistoia, con testamento del 13 febbraio 1344, affinché vi edificasse un ospizio per la cura degli ammalati ed una chiesa.

Le terme nella tradizione popolare

L'ospizio seppur malandato, esistito fino a tutto il 1943, fu abbattuto durante il periodo bellico. Fu eretto pure per interessamento dell'Abate di Montecassino Bernardo I Ajglerio, dandone mandato a frate Bartolomeo da Suio. Durante il terremoto del 9 settembre 1349 andarono distrutti l'ospizio e parte di abitazioni civili di Suio Castello, mentre nel 1371 l'Abbate Andrea diede incarico della ricostruzione dei fabbricati Suio Castello.

Tante sono le personalità illustri che hanno fatto gli elogi del luogo: c'è chi ne fa gli elogi per i benefici ricevuti, ma anche chi ne mette, nello stesso tempo, in evidenza l'insalubrità del luogo a causa della malaria, come il canonico di Roccamonfina Girolamo Perotta.

Le terme nella letteratura locale

Ecco quanto scriveva circa la bontà delle acque:
"E son io di ciò, che avviso a mal mio punto, testimonio di esperienza; avvegni acchè nell'anno 1717, essendomi portato colà con altri patrioti (concittadini) a prender cotali bagni, dopo ricevuto dai medesimi il desiato beneficio, per corso di otto giorni, alla ritirata (da) costa che fu intorno ai primi di luglio, tutti e quanti da una tal fiera infermità febbrile fummo Sorpresi, che poco mancò di non essere stati tolti via dal mezzo de' viventi; sicché Uno in effetto cambiò questa coll'altra vita. Anzi io, dopo aver avvantaggiato, mercè il Cielo, quell'acuto morbo (malattia) rimasi mirabilmente, per più anni sotto del cronico con gli astri effetti del quale ora soffrisco. Sicché tutte le mail conseguenze Dell'uso di codesto Mortulani, o Sujani, non dà alotro che dalla malaria di quelle contrade dipendono, che per altro sono ottimi. Onde sarei per consigliarle più che l'uso; ma col farsi trasportar costà in casa propria a tempo opportuno, quelle acque".
Quando affermava il Perrotta è stata una realtà fino a tutto il 1948, anno in cui con i medicinali più efficaci furono distrutti non solo i focolai di infezione, ma anche le uova delle stesse anofele.

Un grande contributo per la valorizzazione del centro termale fu dato dal professore Vittorio del Monaco nel 1798. Anche l'abate Rocci Oppi nella sua opera "Il regno delle due Sicilie", "Alle falde della montagna di Suio, ne apprezza le qualità naturali e benefiche:
"Esistono ruderi di antiche terme; e molta gente che vi trae nell'esta per malattie simili alle dianzi indicate riporta grande profitto. Un'altra sorgente acidula, detta "dell'acqua amara", sgorga alle falde delle colline di Galluccio presso il Garigliano".

Successivamente qualche iniziativa venne presa anche dal depurionato di Castelforte (consiglio comunale) Nel 1817, sotto la direzione del sindaco Tibaldi Andrea, fu approvata la delibera con la quale si dichiaravano le acque di Suio "demaniali".
Passò del tempo e il sindaco Francesco Petrucci stabilì l'affitto delle Acque sulfuree, che scaturiscono "dai monti di proprietà del comune".

Solo nel 1852, sindaco Giuseppe d'Orve il depurionato cedette in fitto le baracche esistenti, per il biennio 1854-1855 al signore Pasquale Duratorre per cinquantadue ducati.

Il comune, con delibera del 4.5.1871, cedette parte del territorio in contrada S. Antonio, nei pressi dell'attuale stabilimento Santamaria, all'amministrazione Provinciale di Caserta perché vi edificasse uno stabilimento e vi costruisse una strada di accesso, e il bagno gratuito per gli abitanti Suio e Castelforte. La provincia vi ha poi costruito lo stabilimento.

Acqua termale dai benefici certificati

Illustri medici e chirurghi alla fine del secolo scorso in vari convegni regionali e nazionali hanno illustrato la bontà delle acque e le specifiche qualità terapeutiche per una vasta gamma di malattie. Sulla qualità delle acque non poteva mancare il giudizio dell'illustre farmacologo e direttore dell'istituto di farmacologia dell'Università di Napoli Prof. Pio Martori.
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